E adesso sorridi...

Ci ho messo tanto a sorridere, di nuovo.
Giorni, mesi, a dire la verità anni.
I miei pensieri… Erano dei piccoli cecchini del mio benessere.
Gli ho creduto così tanto che alla fine si sono impossessati di me.
Per diverso tempo ho pensato di essere semplicemente quello che pensavo.
Una fallita.
Una persona incompleta.
Una semplice ‘scribana’.
Una colpevole di tanto, troppo.
Il fallimento per non aver saputo comprendere la gravità di una situazione.
Razionalmente la pensavo impossibile, in realtà il mio cuore aveva già compreso tanto e spesso tremava di paura da anni.
Il fallimento di non aver saputo salvare chi amavo.
Eppure ci ho provato così tanto…
Fallita poi ancora nella vita privata, nel lavoro, negli affetti.
Incompleta: ho spesso pensato di avere sempre qualcosa in meno degli altri. Qualcosa in meno di tutti. Senza saperlo definire. Incompleta se sola.
Una semplice ‘scribana’ così definita da chi ho sempre cercato di impressionare, di rendere orgoglioso, di fare il mio massimo negli ambiti più disparati.
Eppure sono risultata questo…
Una colpevole. Una colpevole addirittura di morti accidentali e violente, di scelte di vita, di situazioni aziendali di vario genere.
Tutto questo addosso. Senza sorridere più. Impossibile per me.
Riguardando alcune foto di quel periodo in effetti non sorridevo. 
La paura era la mia migliore amica. L’ansia la mia compagna di notti in bianco.
Così ho imparato a contare su me stessa perché alla fine, per quanto si possa contare sugli altri, ci si salva da soli.
Si sceglie di salvarsi. Di cambiare i pensieri.
Così ho guardato i miei fallimenti.
Da ciascuno di loro ho imparato molto, tanto. Alla fine io non sono i miei fallimenti.
Sono i vari errori che mi hanno fatto comprendere tantissimo.
Ho visto di avere tutto quello che mi serve per camminare, per stare al mondo, ho visto di avere, di essere.
Ho imparato a stare sola, a stare bene sola. A bastarmi.
Ho capito che anche una semplice scribana può ottenere tanto e ripartire da zero grazie agli strumenti acquisiti negli anni. Grazie alle persone che hanno compreso il mio valore e hanno fatto pezzi di strada con me.
Ho messo da parte la colpa. La verità è che le cose semplicemente accadono e in fondo in quei momenti passati ho potuto fare semplicemente del mio meglio.
E così adesso sorrido.

Per una vita migliore

Ho permesso tanto, tantissimo, a troppo pochi.
Questo tanto ha minato la mia stabilità diverse volte, la mia salute, la mia serenità e il mio essere.
Mi sono messa in dubbio, mi sono autoinflitta punizioni severe, rigide, mi sono colpevolizzata, detestata e sottovalutata.
Tutto questo in nome di ciò che mi era stato detto.
Si, come tutti ho errato.
Deluso.
Sottovalutato.
Commesso errori.
Non definito confini.
Ho permesso assurdi ritorni, improbabili Reunion, attacchi spietati senza difendermi.
Tutto questo perché non mi apparteneva come modo di essere.
Per combattere, in alcuni casi, o semplicemente difenderti, scegli quello che ti rappresenta di più.
Io ho scelto spesso di stare a guardare, di sperare che tutto si aggiustasse.
Ho sperato così tanto da non pensare ad altro.
Poi capisci. Capisci che i confini servono per essere rispettati. Per essere tutelati e preservati.
E così agisci. Agisci accettando di lasciar andare tanto, troppo.
Lasciar andare quello che non puoi più portare addosso. Lasci quelle valigie pesantissime piene di ogni piccolo istante, di ogni tuo bene che credevi fondamentale.
Molli la presa e le getti a terra.
Forse qualcuno raccoglierà e si approfitterà delle tue cose, forse si sentirà vittorioso per aver sottratto tutto. Sorriderà credendosi migliore.
Ma tu sarai avanti, leggero da carichi pesanti e estenuanti, colmo nel cuore di tutto ciò che te lo fa battere in nome dei ricordi, della vita che è stata e dagli insegnamenti che hai imparato.
E guarderai a lato le persone che sanno cosa hai passato, quanti valichi hai superato con tonnellate di cose addosso, che ti hanno supportato e sopportato nel viaggio e sorriderai.
Tutto questo per una vita migliore.